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Ci sono diverse leggende che aleggiano intorno alle origini del caff&egrave: st&agrave nel lettore decidere quali siano vere e quali invece siano destinate a rimanere tali...

Nella notte dei tempi, Maometto, mentre doveva svolgere una delle sue tante imprese che lo resero famoso in tutto il mondo, stava per lasciarsi vincere dal sonno poichè indebolito da un malanno. In quel momento, direttamente da Allah, gli venne inviato l’arcangelo Gabriele, il quale gli port&ograve in dono una bevanda miracolosa, scura come la Sacra Pietra Nera dituata nella Mecca (Qawa), grazie alla quale, in men che non si dica, il profeta si riprese, riuscendo prima a sconfiggere quaranta uomini e poi ad appagare quaranta vergini.

Un altro racconto narra che il caff&egrave fu scoperto casualmente da un derviscio (religioso mussulmano) di nome Ali ben Omar. Questi fu indirizzato da un angelo a recarsi a Moka, citt&agrave dello Yemen. In quel periodo la peste stava dando morte e distruzione in tutta la citt&agrave. Il religioso, invocando Allah, riusc&igrave a debellare la malattia, guarendo molte persone tra le quali primeggiava la figlia del sultano. Compiuta la prodigiosa opera, il povero religioso chiese di diffondere il suo credo, ma il regnante, reso superbo per volere di Allah, esili&ograve il monaco. Questo, messo alle strette dalla fame e dalla sete, si dovette cibare di una strana pianta autoctona dalle bacche rosse. Rinvigorito, pot&egrave iniziare a soccorrere i viandanti, dando a loro la prodigiosa bevanda scura. Di questo venne avvertito il sultano di Moka il quale, intuito che il suo cuore era stato inasprito da Allah affinch&egrave il derviscio potesse divulgare la rinvigorente bevanda, richiam&ograve a palazzo il fedele, permettendogli di costruire addirittura un convento.

La storia che ha profonde radici nel credo etiope &egrave la seguente: chi per primo scopr&igrave gli effetti stimolanti delle piante del caff&egrave furono le capre di un pastore etiope di nome Kaddi. Questo, incuriosito ed allarmato dallo strano effetto delle bacche rosse sulle sue povere bestie che non riuscivano pi&ugrave a dormire, ne port&ograve un po' a un monaco di nome Yahia, il quall ,credendole opera del demonio, le butt&ograve nel fuoco. Ben presto l'aroma delle strane bacche invase l' aria. E da l&igrave nacque la storia del caff&egrave. I religiosi, incuriositi, ne scoprirono subito gli effetti eccitanti, riuscendo cos&igrave ad espiare le loro colpe mediante le prolungate notti di preghiere.

La storia del caff&egrave che ha riscontri storici è questa: tra il XIV e il XV secolo le bacche partirono dal Corno d' Africa e giunsero nello Yemen per dar vita alle prime piantagioni. La popolarità della scura bevanda in Etiopia divenne tale che nacquero delle vere e proprie cerimonie del caff&egrave, giocando un ruolo vitale nella società e nella vita culturale del periodo. A Sidney, durante un festa, una donna etiope disse al pubblico: "Nell'Ovest voi avete consiglieri e psicologi. In Etiopia noi abbiamo le cerimonie del caff&egrave!" Le cerimonie erano regolate da inviolabili passi rituali, nei quali il caff&egrave veniva arrostito, tritato e bollito in una pentola di creta messa ad ardere sul carbone. I fumi provenienti dai chicchi arrostiti permettevano la comunicazione con Dio. Inoltre questi incontri erano un valido motivo di ritrovo tra i vari clan familiari. Dai fondi delle pose del caffè venivano fatti presagi sul prossimo futuro (da qui &egrave nata la chiaroveggenza che si basa sulla posa del caff&egrave nelle tazzine). Questi rituali erano talmente importanti che le donne si lamentavano e ne soffrivano se ne saltavano un solo incontro. Il caff&egrave si espanse nell' Islam molto velocemente soprattutto grazie ai religiosi che ne abusavano per sconfiggere la stanchezza durante i riti notturni. L' uso divenne talmente eccessivo al punto che nel 1511 al Cairo vennero varate delle leggi che ne vietavano il consumo a causa dell' effetto fin troppo eccitante della bevanda. L' evoluzione della stimolante infusione avvenne in Turchia, poich&egrave ne arricchirono l' aroma tostandone e macinandone i chicchi.



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